Il tema dell’uguaglianza di genere e l’affermazione dei diritti umani restano per i progetti di ENGIM un filo conduttore che unisce tutte le attività implementate nei paesi in via di sviluppo dove l’ONG opera.
Le donne nella società senegalese giocano da sempre un ruolo fondamentale, ma incontrano purtroppo ancora numerose difficoltà, come la violenza domestica, l’accesso alla terra e alle sementi nelle zone rurali o l’annosa questione del lavoro domestico che impedisce a molte giovani di seguire un normale percorso scolastico.
Dal punto di vista legislativo, in Senegal, dove dal 2017 ENGIM sviluppa progetti al fianco delle autorità locali, l’articolo 7 della Costituzione del 2001 garantisce l’uguaglianza tra donne e uomini.
Il Paese ha ratificato la Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne nel 1985, il Protocollo opzionale sulla violenza contro le donne nel 2000 ed ha inoltre ratificato il Protocollo alla Carta africana dei diritti umani e dei popoli sui diritti delle donne in Africa nel 2005.
Il governo senegalese ha compiuto progressi significativi nella promozione di un ambiente sensibile alle questioni di genere attraverso l’adozione della legge sulla parità negli organi parzialmente e totalmente eletti, di procedure operative standard sulla violenza contro le donne e di un piano d’azione nazionale sull’empowerment femminile. Questo impegno si è concretizzato grazie alla creazione dell’ONP (Observatoire National de la Parité) e la convalida della nuova Strategia nazionale per l’uguaglianza e l’equità di genere (SNEEG), tanto che a febbraio 2021, il 43% dei seggi in parlamento era occupato da donne. Tuttavia, molto ancora c’è da fare per raggiungere la parità di genere. Secondo i dati raccolti da UNwoman, il 30,5% delle donne tra i 20 e i 24 anni si è sposato o ha contratto un’unione prima dei 18 anni, soprattutto nelle aree rurali. Il tasso di natalità adolescenziale è di 68 per 1.000 donne di età compresa tra i 15 e i 19 anni nel 2017. Nel 2018, il 12,4% delle donne di età compresa tra 15 e 49 anni ha riferito di aver subito violenza fisica e/o sessuale da parte di un partner intimo attuale o ex nei 12 mesi precedenti. Inoltre, le donne in età riproduttiva (15-49 anni) spesso incontrano barriere rispetto alla loro salute e ai loro diritti sessuali e riproduttivi.
Sempre secondo l’agenzia UN per i diritti delle donne, a dicembre 2020 in Senegal era disponibile solo il 45,9% degli indicatori necessari per monitorare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) da una prospettiva di genere, con lacune in aree chiave, come l’assistenza familiare non retribuita, il lavoro domestico, il divario retributivo di genere, tutti gli indicatori chiave del mercato del lavoro.
Nel comune di Ronkh, località dove ENGIM opera da anni, l’agricoltura rappresenta la principale fonte di reddito per il 90% della popolazione (PDC 2018-2023). Ciò nonostante, il tasso di disoccupazione femminile (77%) è estremamente elevato soprattutto a causa dell’assenza di visione economica sociale in grado di creare occupazione degna a livello locale e alle difficoltà di accesso al microcredito.
Nell’implementazione del progetto “Agro impresa per lo sviluppo sostenibile del Senegal”, l’inclusione sociale ed economica delle donne è stato un fattore chiave per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. In fase di assessment iniziale, data la bassa presenza femminile (31%) nelle posizioni di rilievo all’interno delle cooperative agricole, si è voluto, in collaborazione con il partner locale, coinvolgere maggiormente le donne non solo nelle attività di formazione, ma anche nella fase di sperimentazione lavorativa. Nella fase di essiccazione lo staff era composto da 8 persone di cui 6 donne, che sono state assunte con contributo giornaliero. Nelle attività svolte, quindi, il progetto ha registrato una media del 77% di presenza femminile, dovuta alla collaborazione tra tutti gli attori coinvolti nel raggiungimento di obiettivi di inclusione.
Nei mesi di lavoro, le ragazze coinvolte raccontavano la loro condizione, le loro aspettative e i sogni per un futuro migliore. Riportiamo alcune testimonianze che possono dimostrare quanto il desiderio di riscatto e affermazione sia profondamente radicato, nonostante tutte le difficoltà date dai retaggi culturali esistenti.
“Sono Faty (nome inventato) ho 31 anni e mio padre è morto da qualche mese. In casa siamo tutte figlie femmine e questo è un problema. Noi in quanto donne non possiamo ereditare i terreni coltivati da mio padre e su cui tutte noi lavoriamo da sempre. Non abbiamo risparmi per riscattarle e anche se ce li avessimo non ci sarebbe permesso. Siamo in attesa che i fratelli e parenti maschi della famiglia risolvano, ma non sappiamo cosa accadrà. Al momento, le mie sorelle ed io stiamo lavorando per il raccolto, ma non sappiamo dove andranno i risparmi e chi deciderà per noi e per il nostro futuro…”
Daye (nome inventato), ha 30 anni, è sposata con due figli e dice: “ Lavoro per la famiglia e i prodotti agricoli che raccogliamo servono per uso quotidiano. I soldi guadagnati dalla vendita, invece, servono appena per costruire o migliorare la casa e per pagare la scolarità dei nostri figli. Quello che desidero è avere un lavoro che possa darci un salario… perché quello di cui viviamo ora non è sufficiente per migliorare le nostre condizioni. E comunque, se avessi un salario, i soldi dovrei consegnarli a mio marito.”
L’opportunità avuta grazie all’implementazione del progetto finanziato da Fondazione Cariplo e Compagnia di San Paolo ha dato a queste ragazze non solo una prospettiva concreta, seppur temporanea, per la soluzione al problema dell’impiego degno in queste regioni remote del Senegal, ma ha anche contribuito a un processo di visione ed emancipazione che solo l’autonomia socio-economica può dare alle donne che vivono quotidianamente condizioni di ingiustizia.
Garantire alle donne e alle ragazze parità di accesso all’istruzione, alla salute, a un lavoro dignitoso, così come la rappresentanza nei processi decisionali, politici ed economici, promuove economie sostenibili, di cui potranno beneficiare le società. L’impegno di ENGIM quindi è anche quello di lavorare per il raggiungimento dell’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 e in particolare, in Senegal, per dare speranza alle donne e ragazze che accompagniamo da anni nei villaggi del comune di Ronkh. Diventano quindi fondamentali le iniziative di promozione dell’approccio di genere in tutte le attività svolte, in quanto si tratta di una strategia fondamentale per ottenere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze.
Foto e video realizzati da Sara Gianesini