Senegal, quale futuro per l’economia dei villaggi agricoli?

Senegal, quale futuro per l’economia dei villaggi agricoli?

Il progetto Agroimpresa per lo sviluppo sostenibile del Senegal a Ronkh

La regione di Saint Louis è delimitata a nord dal fiume Senegal, a sud dalla regione di Louga, a est dalla regione di Matam e a ovest dall’Oceano Atlantico. Si tratta di una regione “giovane”, dove oltre il 40,7% della popolazione ha meno di 15 anni. Inoltre, la popolazione attiva o adulta (15 – 59 anni) rappresenta il 53,5% della popolazione regionale. 

L’economia della regione è essenzialmente basata sull’agricoltura e l’allevamento. Una parte consistente della produzione di cipolle e riso locale sono coltivati qui: solo nel dipartimento di Dagana il riso rappresenta il 79,0% della superficie piantata, secondo i dati della stagione 2019-2020. Per questo motivo il settore dell’agricoltura è un importante generatore di occupazione e il suo sviluppo è un fattore importante per raggiungere la sicurezza alimentare nel paese (SES – Situation Economique et Sociale de la Région de Saint‐Louis, édition 2019). Tuttavia non sempre le famiglie e gli agricoltori locali – in maggioranza giovani e donne – ne traggono i vantaggi sperati.

Nel comune di Ronkh composto da 48 villaggi, nel dipartimento di Dagana, luogo di intervento di ENGIM in Senegal, la popolazione è stimata a 31.500 abitanti (proiezioni ANSD 2016), con una densità di 45,85 abitanti/km². Qui l’agricoltura è la principale fonte di reddito per il 90% della popolazione. L’attività principale è la coltivazione del riso, ma l’orticoltura sta diventando sempre più importante: si coltivano pomodori, ocra, patate dolci, melanzane, ma anche peperoncino e cipolle.

L’agricoltura familiare nel comune di Ronkh ha un enorme potenziale (economico, sociale, ambientale, alimentare) che non è sufficientemente sfruttato. La sicurezza alimentare e nutrizionale nel Comune è precaria e tende a peggiorare, con gravi conseguenze umane, sociali ed economiche, soprattutto per gli agricoltori familiari di sussistenza. Di conseguenza, le famiglie contadine si trovano in uno stato di vulnerabilità cronica per effetto di diversi fattori, altamente correlati tra loro.

Le pratiche insostenibili di utilizzo della terra sono dannose per la produttività e, di conseguenza, riducono il reddito delle famiglie che la possiedono e la mantengono. Infatti, anche se l’agricoltura è il settore primario di occupazione per la maggior parte della popolazione del comune, non contribuisce più alla maggior parte della generazione del reddito agricolo.

L’instabilità della produzione e numerosi fattori esogeni espongono le famiglie alle fluttuazioni dei prezzi e minano la sostenibilità delle attività agricole. I vincoli più salienti riguardano l’acquisto di sementi e attrezzature agricole necessarie per le aziende familiari.

Un primo problema è la difficoltà di immagazzinare i prodotti agricoli: le condizioni igieniche e ambientali e la mancanza di un adeguato spazio di stoccaggio aumentano il rischio di perdite alimentari post-raccolto. A questo si aggiungono le difficoltà di commercializzazione nei mercati locali. Per queste ragioni, l’agricoltura familiare nel comune di Ronkh è minacciata da una crisi professionale: i giovani se ne allontanano per tentare la fortuna in città, nelle miniere o sulle rotte migratorie.

Il progetto “Agroimpresa per lo sviluppo sostenibile del Senegal” realizzato nel quadro del programma COOPEN e finanziato da Fondazione Cariplo e Compagnia di San Paolo è iniziato a Ottobre 2021 e si concluderà a Giugno 2022. Il progetto ha avuto come obiettivo principale la sperimentazione di un metodo innovativo per la risoluzione dei problemi incontrati dagli orticoltori del comune di Ronkh. In diverse interviste, i rappresentanti degli agricoltori delle quattro cooperative coinvolte hanno espresso la necessità di trovare una soluzione alle eccedenze di produzione per entrambe le stagioni di raccolta, tra aprile e maggio e tra ottobre e novembre. “La stagione inizia bene per tutti, poi i mercati e i grossisti iniziano ad abbassare il prezzo o addirittura a rifiutare di acquistare perché il mercato è saturo. In questi momenti siamo costretti a gettare le verdure prodotte con una perdita enorme del nostro duro lavoro. Questo accade soprattutto nella grande saison (stagione grande) tra ottobre e dicembre”, ha dichiarato Mamadou Diel, rappresentante della cooperativa agricola di Ronkh.

Mobique, startup innovativa che basa la sua attività su concetti come l’economia circolare e la sostenibilità ambientale, ha mostrato agli agricoltori il potenziale dell’essiccazione di frutta e verdura per mezzo di un macchinario mobile. Questa pratica può essere una soluzione ai vincoli dettati dalle stagionalità, in quanto consente di avere prodotti essiccati che possono essere consumati e venduti sui mercati anche dopo mesi dal loro imballaggio. Gli incaricati di Mobique, durante una prima formazione con 27 membri delle quattro cooperative, hanno mostrato come l’igiene, l’attenzione al taglio e la conoscenza tecnica dei macchinari siano indispensabili per avere prodotti di qualità. Alla fase di formazione è seguita una fase di lavorazione con 8 membri scelti dalle quattro cooperative per lavorare quasi quotidianamente alla produzione sperimentale di prodotti essiccati. Si sono trasformati 678 Kg di vedure, per la maggior parte ocra. Il risultato a disposizione delle comunità è ottimale, con una proporzione di produzione dell’11%, Imballati sottovuoto e pronti per la distribuzione ed al consumo: 36 kg di ocra, 21 di cipolla, 12 di peperoncino e 5 di mango.

Il progetto ha voluto anche dare risalto al tema della sicurezza alimentare e nutrizionale, che in Senegal costituisce una sfida quotidiana. L’OMS definisce la salute come uno “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non solo come assenza di malattia”. Questa visione ha favorito il graduale passaggio dal concetto di nutrizione adeguata a quello di dieta ottimale, che focalizza l’attenzione sulla qualità: non solo, quindi, sulla disponibilità del pasto e sull’adeguato apporto di nutrienti, ma anche su altri aspetti della dieta che favoriscono il mantenimento della salute e del benessere.

Il Senegal è un Paese stabile e democratico, tuttavia si colloca al 66° posto su 116 Paesi nell’Indice Globale della Fame 2021 e il 38,5% della popolazione vive in povertà (Banca Mondiale, 2020). L’insicurezza alimentare e la malnutrizione si attestano rispettivamente al 7,2% e all’8,2%, con ampie disparità regionali (ENSANR 2019). Il Senegal è spesso soggetto a rischi climatici, soprattutto nel nord semi-arido dove si trova il comune di Ronkh. L’insufficiente produzione alimentare, la siccità, il degrado del territorio, gli alti prezzi dei prodotti alimentari e la scarsa resilienza hanno ulteriormente aggravato l’insicurezza alimentare. Secondo il Quadro armonizzato dell’ottobre 2021, si prevede che 304.107 persone siano in condizioni di insicurezza alimentare.

Alcune famiglie di Ronkh, e nello specifico 37 donne, hanno perciò beneficiato di tre giorni di formazione durante i quali hanno appreso le nozioni di base della nutrizione e dell’alimentazione, buone pratiche alimentari e igieniche da applicare per la conservazione, la lavorazione e il consumo degli alimenti. Un passaggio di informazioni che vuole essere il grado zero di un processo in grado di accompagnare la comunità di Ronkh a un cambiamento di abitudini, anche alimentari, per favorirne lo sviluppo, la sicurezza e il benessere. 

Foto e video realizzati da Sara Gianesini

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